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MONICA BENEDETTI

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Il Tamburo Sciamanico

2022-08-06 18:25

Monica Benedetti

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Il Tamburo Sciamanico

Scopri come gli antichi sciamani costruivano il loro tamburo e perchè attraverso il suo utilizzo si possano raggiungere alterati stati di coscienza.

Il cuore vivo e pulsante degli Sciamani

 

Una leggenda della tribù degli Abenaki racconta che quando il Creatore stava assegnando un posto per ogni spirito che aveva deciso di abitare sulla Terra, sentì un forte boato provenire da lontano.

 

Il suono cominciò ad avvicinarsi sempre di più fino a fermarsi proprio di fronte al Creatore.

 

“Tu chi sei?” chiese il Creatore.

 

“Io sono lo spirito del tamburo” fu la risposta. “Sono venuto qui per chiederti di permettermi di prendere parte a questa cosa meravigliosa. ”

 

“Come pensi di prendere parte? ” chiese il Creatore

 

“Vorrei accompagnare il canto del popolo. Quando cantano con il cuore, voglio suonare come se fossi il battito del cuore della Madre Terra. In questo modo, tutta la creazione canterà in armonia. ”

 

Il Creatore gli concesse la richiesta, e da allora in poi, il tamburo ha sempre accompagnato i canti della gente.

 

In questa leggenda è racchiusa tutta la conoscenza degli antenati riguardante la vibrazione terrestre.

 

Il suono del tamburo sciamanico, infatti, durante un rito arriva a 4,5 battiti al secondo, ovvero 240/300 colpi al minuto, il che equivale a 7,2 Hertz.

 

Questo valore di frequenza coincide con la risonanza Schumann, cioè la frequenza alla quale risuona la terra,

che è di 7,83 Hz.

 

Essendo ogni essere manifesto costituito da energia vibrante alla frequenza base della terra è naturale che la vibrazione così prodotta provochi una serie di benefici sia a livello fisico che spirituale.

 

Le sue vibrazioni entrano nel corpo in profondità, andando a toccare tutti gli organi interni, aiuta il rilassamento della mente portando il cervello nella fase delle onde theta, la stessa che si sperimenta durante il sogno e nella meditazione profonda.

 

A livello cerebrale, questa sintonizzazione dei propri impulsi neuronali e, naturalmente, dei propri battiti del cuore, attiva la ghaindola pineale e la secrezione dell'ormone DMT, responsabile degli stati d'estasi.

 

E' ormai scientificamente provato ed accettato che oltre la visuale limitata del nostro senso della vista, esiste l'ampia realtà invisibile in continua interazione con tutto ciò che è manifesto.

 

Dunque anche il viaggio sciamanico ottenuto attraverso una trance indotta dall'armonizzazione tra il suono del tamburo, il corpo fisico del praticante e il campo energetico immanifesto, diviene logico e reale.

 

Il tamburo sciamanico non è soltanto uno strumento bensì un'anima viva, battente e collaboratrice.

 

Purchè, come lo sciamanesimo insegna, ne sia rispettata la sua natura e le modalità e i tempi di realizzazione.

 

Per comprendere come veniva realizzato ed animato il tamburo sciamanico è necessario considerare lo stile di vita dei popoli antichi.

 

"Essi esistevano in stretto connubio con gli elementi naturali tanto da aver sviluppato una sensibilità, oggi considerata straordinaria, per ogni evento manifesto ed immanifesto."

 

Per fare un esempio possiamo pensare che avessero la stessa capacità di capire precocemente quando il tempo stava cambiando che di comprendere i “segni” invisibili inviati dallo spirito.

 

Proprio grazie a questa sensibilità ogni futuro sciamano era in grado di decifrare i messaggi che gli venivano inviati dal mondo degli spiriti e sapere quando era il momento di iniziare a procurarsi il materiale per realizzare il suo tamburo e lo strumento percussore che era costituito da una zampa di animale o una sorta di cucchiaio di legno.

 

Doveva essere costituito da un anello di corteccia di essenze diverse in base alla flora del luogo e pelle di animale.

 

Entrambi i materiali, anche dopo la loro trasformazione, sarebbero stati mantenuti in vita e nutriti allo stesso modo.

 

Dopo la “chiamata” lo sciamano si dirigeva nella foresta ed attendeva ulteriori segni per la ricerca dei materiali adatti a lui.

 

Tra gli sciamani buriati del lago Baikal si credeva che la corteccia migliore fosse di betulla colpita da un fulmine.

 

L'elemento fuoco, impregnando la corteccia, avrebbe veicolato il potere del Cielo nel materiale utilizzato.

 

Ad alcuni sciamani erano indicati anche gli animali da cacciare per ricavarne la pelle ma a volte lo sciamano veniva invitato ad utilizzare i resti di un animale morto senza il suo intervento.

 

Molto dipendeva dall'elezione:

 

  • uno sciamano bianco, dunque predisposto alla comunicazione con i 9 cieli superiori, non poteva uccidere nessuna creatura vivente.

 

  • Uno sciamano nero, predisposto invece a viaggiare nei mondi inferiori, doveva cacciare l'animale che gli veniva indicato dallo spirito.

 

Prima di raccogliere il materiale necessario il neosciamano lasciava delle offerte che consistevano in prese di tabacco, vodka, latte, ecc... a testimoniare la consapevolezza dello scambio con la terra e non l'appropriazione indebita di cui si fregia l'essere umano odierno.

 

Recuperato il materiale doveva essere costruito e maneggiato con estrema cura poiché l'essenza vitale presente nella corteccia e nella pelle non doveva andarsene.

 

A realizzazione ultimata il tamburo doveva essere animato.

 

Il rito di animazione del tamburo veniva effettuato in primavera, al risveglio della vita dopo il lungo inverno.

 

Durante il rituale il tamburo veniva decorato con simboli inerenti le credenze del popolo cui apparteneva lo sciamano.

 

Nella cultura tengrista, ad esempio, solitamente veniva disegnata una croce a braccia uguali, simboleggiante le quattro direzioni spaziali e, in ogni quadrante, simboli o animali che fungevano da spiriti aiutanti lo sciamano nei suoi viaggi.

 

Alcuni solevano aggiungere, ad ogni viaggio, delle indicazioni che fungevano da mappa per i viaggi successivi nel mondo degli spiriti.

 

Anche per dargli la vita lo sciamano chiedeva il permesso, solitamente ad uno spirito maggiore tipo una montagna o un grande lago.

 

La decorazione del tamburo avveniva dopo un'intera notte in cui l'iniziando doveva suonare la sua creatura ed entrava in trance ottenendo suggerimenti su simboli o animali da riportare nella pelle.

 

Una volta terminato, il lavoro doveva essere approvato dalla montagna o lago sacri cui era stato chiesto il permesso e dallo stesso Padre Celeste.

 

"Ottenute tutte le approvazioni il tamburo diveniva parte dello sciamano possessore alla stregua di un figlio o un compagno o compagna a seconda che il nuovo iniziato fosse maschio o femmina."

 

Al rito di iniziazione partecipavano doversi altri sciamani, sia novizi che esperti e tutti avrebbero battuto il tamburo del nuovo consacrato donando parte del proprio potere.

 

Infine, il tamburo veniva benedetto tramite soffiatura di bevanda sacra che variava in base al popolo di appartenenza dell'iniziato.

 

Proprio come avverrebbe per un figlio umano, al tamburo veniva poi raccontata la storia dei materiali con cui era stato realizzato: dove era nato e cresciuto l'albero che compone il suo sceheltro e l'animale che compone la pelle risonante.

 

E, in un'ultima trance, lo sciamano proprietario del tamburo doveva dirigersi, guidato dalla corteccia e dalla pelle, a vedere la vita condotta da entrambi.

 

Il tamburo veniva poi personalizzato dopo ogni utilizzo aggiungendo pendagli che simboleggiano animali o esseri, nastri colorati dedicati alle divinità e diversi altri orpelli scelti dal proprietario in base ad un criterio personale.

 

Il rituale, complesso ed articolato, serviva a creare una sorta di risonanza energetica potente tra lo sciamano e il suo strumento.

 

Chiamato anche “cavallo dello sciamano” era il tamburo, infatti, ad accompagnarlo e proteggerlo in ognuno dei suoi viaggi futuri.

 

Essendo vivo, veniva nutrito ogni giorno attraverso offerte di tabacco o latte o alcol e nessuno avrebbe potuto più toccarlo salvo il suo possessore.

 

Oggi, con le modifiche culturali e tecnologiche cui siamo soggetti, molti moderni sciamani consigliano l'uso di tamburi in ecopelle o plastificati ma va da sé che animare qualcosa che non possiede un'essenza vitale naturale è forzato e non in linea con la motivazione originaria.

 

Grazie per l'attenzione

 

Monica

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