«Radùnati attorno alla lavagna se ne hai il coraggio e sblocca i segreti di un mondo misterioso e sconcertante. Se hai domande, il mondo degli spiriti ha le risposte e la tavola Ouija è il tuo modo di riceverle».
Così era scritto nella descrizione di uno dei giochi di società, per bambini e adulti, rilanciato dalla Hasbro nel 2019 disponibile su Amazon con la dicitura “adatto a bambini da 8 anni in su”.
https://www.amazon.com/Hasbro-Gaming-A4812079-Ouija-Board/dp/B01BDK1O64
Perché la più grande multinazionale produttrice di giochi decide di investire sulla commercializzazione di un oggetto inusuale e fondamentalmente pericoloso?
La tavola Ouija, brevettata il 28 maggio del 1890 dall'avvocato ed inventore Elijah Bond, nel Mariland. Era un'epoca in cui lo spiritismo, soprattutto in America, era diffuso soprattutto nelle famiglie benestanti che si riunivano in vere e proprie sedute salottiere per porre e ricevere domande all' aldilà.
Anche e soprattutto i bambini partecipavano a tali sedute, essendo considerati dei riceventi migliori degli adulti, poiché ancora scevri da condizionamenti e inganni mentali.
Quale sia il funzionamento alla base di questo particolare “gioco” non è ancora certo. Molte pagine sono state scritte a corredo delle risultanze dei salotti spiritisti ma ad oggi non esiste ancora una dimostrazione certa ed incontrovertibile del meccanismo che fa “muovere” la planchette sulla tavola di legno su cui sono incise le lettere dell'alfabeto.
Nelle istruzioni allegate al gioco è scritto che:
“I giocatori, a turno, fanno domande e tutti dovrebbero essere d'accordo sulla domanda posta. Fai solo una domanda alla volta. Fai le tue domande lentamente e chiaramente. E aspetta di vedere cosa dice la planchette per te. Se non succede nulla, prova a fare un'altra domanda. Concedi da uno a cinque minuti affinché arrivi una risposta.”
In pratica lo scopo del gioco è porre una domanda ed attendere, con un dito appoggiato sulla planchette, che cominci a muoversi. Dov'è il divertimento per un bambino di 8 anni?
E lo scopo educativo o formativo?
Stiamo parlando di un'azienda che ci ha fatto giocare serate interminabili a Monopoli, Cluedo, Trivial... Quale scopo commerciale può indurre un tale colosso a immettere in commercio un gioco noioso, per nulla interattivo tra i giocatori e, per giunta, soggetto a polemiche date le numerose rispondenze negative esistenti al riguardo!
Domande legittime che impongono un'indagine approfondita soprattutto dovuta al fatto che, come dicevo in precedenza, non si conosce il funzionamento della tavola parlante.
La sintesi della scienza, oggi, fa risalire le risposte dell'oggetto alla teoria del movimento ideomotorio.
La teoria del movimento inconscio ideomotorio è oggi materia di studio delle neuroscienze e viene applicata soprattutto in ambito sportivo pur potendo essere analizzata anche nei nostri comportamenti quotidiani.
Uno dei fondatori della teoria è W.B. Carpenter che, nel 1852 redasse la ricerca scientifica “Sull’influenza della suggestione nel modificare e dirigere il movimento muscolare indipendentemente dalla volontà.”
Nel lungo trattato Carpenter esegue una disamina degli effetti dell'ipnosi e del sonnambulismo e ne ricava una spiegazione fisiologica mettendo a confronto il movimento muscolare riflesso derivante dalla natura delle emozioni (ad esempio la contrattura involontaria della mascella quando ci arrabbiamo) e il movimento involontario neuronale e, di conseguenza, muscolare, quando visualizziamo semplicemente un'idea o un pensiero.
Egli sostiene che la natura automatica delle azioni puramente emotive non può essere negata; e come accade che le emozioni esercitino l’influsso più forte sulla costituzione fisica degli individui in cui le facoltà intellettive sono meno esercitate e il controllo della volontà è più debole, così possiamo attenderci che le idee agiscano nella maniera più potente quando il dominio della volontà è momentaneamente del tutto sospeso.
La condizione essenziale perché si verifichi un comportamento ideomotorio è l'assenza di volontà cosciente.
Sperimentazioni in ambito sportivo hanno evidenziato che un qualunque atleta, se sottoposto a visione di una sua esperienza atletica precedente o di altri simili, produce dei movimenti impercettibili, involontari che ricalcano i movimenti reali effettuati durante la prestazione.
Si può supporre, dunque, che la risposta della tavola giunga dall'inconscio della persona (o bambino) che tiene il dito nella planchette che comincia a muoversi tramite una micro attività muscolare, impercettibile, dovuta alla formazione della risposta stessa nel cervello.
Se anche fosse confermata questa ipotesi di funzionamento, non sarebbe comunque esente da pericoli, implicando un'azione psichica del o dei soggetti partecipanti.
Le implicazioni psicologiche dovute all'utilizzo prolungato di questo strumento possono essere deleterie e inimmaginabili a priori.
La mente, specialmente quella di un bambino, è fortemente influenzata da ciò che accade attorno a lui. Provate ad immaginare cosa potrebbe accadere se il gioco diventasse, nel tempo, l'unica fonte di risposte a cui il bambino si aggrappa. Una sorta di dizionario che consulterebbe per ogni quesito che potrebbe sfociare nella costruzione mentale di “qualcuno di reale” che risponde da una dimensione invisibile.
Dove la scienza sta indagando in maniera approfondita, ottenendo risposte sempre più certe, è l'ambito della psiche.
Nel caso della tavola parlante il pericolo può derivare dalla suggestione specificata nel dizionario come “Fenomeno psicologico per cui un convincimento, un'idea, un'aspirazione si impongono alla coscienza per azione diretta o indiretta di un'altra personalità o comunque in virtù di una forza esterna cui non si riesce a opporre una resistenza valida.”
Purtroppo la casistica di eventi “collaterali” dovuti all'uso del gioco riproposto dalla Hasbro è vasta e, seppure coronata anche da fenomeni positivi, rimane sempre il fatto che non è affatto salutare proporre ai nostri figli la sperimentazione di un fenomeno ancora così poco conosciuto e per nulla spiegato a sufficienza.
Da genitore e sperimentatore diretto dello strumento, ritengo questa indagine importante per tutelare i nostri figli da un mercato che si impone senza tenere conto dei delicati equilibri dei nostri figli, mosso da un'economia che ci vuole ingordi consumatori, spesso a scapito della nostra salute prisofisica.
Non mi sento neppure di condannare in toto l'utilizzo della tavola Ouija dato che, insisto, non si conosce ancora il funzionamento alla base dell'oggetto.
A prescindere dalla mia esperienza personale, ho trovato numerose testimonianze di fenomeni inspiegabili verificatesi conseguentemente all'uso di questo gioco e non tutte conducono ad eventi nefasti, anzi, in alcuni casi i soggetti coinvolti hanno ottenuto risultati straordinari.
Proprio di questi casi, a corredo di questa indagine, tratterò nel prossimo articolo.
Grazie per l'attenzione
Elìa
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Ancora Grazie
Ci vediamo nel prossimo articolo